About

Sono nato a Milano, classe 1966. I difficili rapporti fra i miei genitori hanno contrassegnato la mia infanzia. La situazione non è migliorata negli anni successivi. Presto mi sono reso economicamente autonomo e ho lasciato casa: sono stato garzone di muratore, piastrellista, elettricista, ho anche consegnato acque minerali a domicilio. Ho vissuto nei Paesi Bassi oltre che in Italia.

Ho sempre creduto che i problemi vadano affrontati. Le cose difficilmente migliorano da sole. Fin da giovane ho trovato un importante conforto nel lavoro su me stesso. Ho partecipando a diversi percorsi personali volti ad approfondire i miei sentimenti e i miei desideri profondi.

Terminati gli studi, seguendo l’esempio professionale di mio padre, ho lavorato in multinazionale per oltre 25 anni. Mi sono specializzato nella ottimizzazione dei processi produttivi, nei comportamenti organizzativi e nel riorientamento professionale. Una carriera totalizzante ma ricchissima di relazioni interpersonali e nutrienti.

In tutti questi anni ho cercato di dedicare una seconda anima all’arte visiva, una passione giovanile rimasta nel cassetto. La fotografia digitale aveva reso democratico l’apprendimento. Dove prima era necessario investire anni per comprendere inquadrature e tempi, ombre e luci, adesso bastavano “pochi” mesi. Il risparmio economico rispetto all’epoca delle pellicole e dei provini consentiva di acquisire strumenti di finitura e di diventare autori di tutto il processo. Nel 2000 il sottotetto di casa è stato Il primo studio di posa. Nel 2008 ho preso il primo spazio con un contatore decente per le mie luci (6 Kw trifase, una parte di me resterà sempre elettricista).

Tuttavia gli impegni lavorativi erano preponderanti e questa anima rimaneva relegata lontano dalla vita quotidiana, nei week end e in altri spazi “rubati” al lavoro.

Quando riuscivo a scattare la mia attenzione si concentrava sulle persone, che sono il mio soggetto principale. Lo scatto di figura è un momento di relazione. Inizia molto prima, conoscendosi, acquisendo fiducia reciproca, capendo cosa si vuole comunicare dell’altra persona, ma anche di sé stessi. Poi diventa una danza, il momento in cui due artisti, il fotografo e il soggetto, si fondono. Le due anime si incontrano per creare un messaggio unico e irripetibile.

È un momento di comprensione e condivisione reciproca. Non potrei scattare un reportage o un matrimonio perché lì non sento la reciprocità della relazione. Lì rimango ancora troppo spettatore.

Nel 2018 arriva la crisi nell’azienda dove lavoro: faranno fuori il 10% del personale, “uno snellimento necessario a restare concorrenziali”. Conosco bene il percorso, l’ho visto tante di volte. Ho 52 anni suonati e il “riorientamento professionale” stavolta è il mio!

Ottimismo innanzi tutto. In famiglia siamo piuttosto longevi, perciò con un po’ di fortuna mi ripagherò l’investimento in riconversione. Ho quel “sogno nel cassetto” che ancora non ha avuto un tempo congruo per decollare… Che sia la volta buona? Perciò torno a scuola. Per un anno studio digital marketing, SEO, strumenti professionali di post produzione. Esco a pranzo con i compagni di corso che hanno la metà dei miei anni… Mi sembra di essere tornato agli anni dell’Università: il domani è ancora tutto da scrivere!

Oggi nei miei progetti artistici esprimo tutte le sensazioni e significati del mio percorso. Da un lato è la realizzazione tangibile di un sogno. Dall’altro reinterpreto il percorso di ricerca psicologica condotto in quasi 30 anni, con un messaggio di liberazione e fiducia.

Oggi ho un contatore da 32 kw… Ho detto tutto!