InsideOut

Tutti noi cerchiamo di controllare l’idea che gli altri hanno di noi

Il sociologo Erving Goffman afferma che ognuno si presenta come se fosse su un palcoscenico. Cambiando il contesto sociale, cambiano i ruoli che interpretiamo. A seconda dei casi possiamo essere amici, amanti, genitori, colleghi, tifosi, avversari.

Non sempre questi ruoli sono compatibili fra loro, così come le emozioni che esprimiamo: alcune sono frequenti e socialmente condivise, altre sono private. Altre ancora possono essere così inibite da fare noi stessi fatica a riconoscerle.

InsideOut è una ricerca sull’intimità. Rappresenta il dualismo della personalità, le contraddizioni, i desideri profondi. I soggetti ci obbligano a seguirli per mettere a fuoco il loro “momento” e scoprire quali immagini destano per noi maggiore significato. Non è così semplice: come nel mondo reale, la vita di tutti i giorni e le emozioni sociali costituiscono una sorta di rumore di fondo che disturba la percezione.

Invito l’osservatore a lasciarsi trasportare e vedere cosa prende forma, cosa emerge. Quali immagini hanno maggiore significato per lui. Trovare quindi il proprio “punctum”: cosa l’osservatore aggiunge alla foto e che tuttavia è già presente nella foto.

L’obiettivo finale è la pace interiore, l’accettazione di quello che sentiamo. Queste anime sono dentro di noi e chiedono di essere ascoltate.